#iorestoacasa – ricordi ferroviari di Calabria – I treni diserbante
Una particolare tipologia di convoglio ferroviario, negli ultimi anni divenuta sempre più rara, è quella destinata al diserbo chimico del sedime ferroviario. Si tratta di un sistema che fino allo scorso decennio continuava ad essere regolarmente utilizzato, ai fini del mantenimento dello stato di pulizia dalle erbe infestanti e dagli arbusti medio/piccoli, delle aree immediatamente adiacenti alla sede ferroviaria, dei piazzali di stazione, depositi e scali, con particolare riferimento ai punti maggiormente a rischio in quanto caratterizzati dalla presenza di componenti mobili, come ad esempio in corrispondenza dei deviatoi.
Da alcuni anni, come abbiamo avuto modo di approfondire in un’intervista all’Ing. Sergio Stassi, Direttore Territoriale Produzione RFI Calabria (clicca qui per consultarla), il diserbo chimico delle linee ferroviarie, per lo meno in Italia, è stato ridotto al minimo, sostituito in gran parte dal diserbo meccanico tramite squadre di addetti muniti di decespugliatori ed altre attrezzature, ed in alcuni casi anche da trince applicate a mezzi bimodali e/o su gomma. Chiaramente, questa scelta ha finalità prettamente legate alla salvaguardia dell’ambiente, poiché, come ben noto, per il diserbo chimico veniva utilizzato (e viene utilizzato tutt’oggi in agricoltura), il ben noto Glifosato, storico prodotto della multinazionale Monsanto, oggi assorbita dalla Bayer. Nonostante le conseguenze nefaste sull’ambiente e sulla salute dell’uomo, derivanti dall’utilizzo di questo prodotto chimico in campo agricolo, alla fine del 2017 è stato nuovamente autorizzato dall’Unione Europea per altri 5 anni, nonostante il voto contrario dell’Italia e di altre 8 nazioni.
Sia ben chiaro: il livello di pericolosità di questo prodotto chimico, è proporzionale ovviamente al suo utilizzo. Fino a pochi anni fa, infatti, la quota di Glifosato utilizzato per il diserbo ferroviario, su tutta la rete europea, si aggirava attorno allo 0,5% del totale di prodotto utilizzato in altri campi…ed è proprio il caso di parlare di campi, visto e considerato che il 90% del Glifosato finiva, (e continua a finire, finchè il suo utilizzo in campo agricolo continuerà ad essere prorogato dall’UE), nei campi coltivati per ridurre l’incidentalità delle erbe infestati, specie nelle colture di mais, grano e cereali in genere. Le tracce di Glifosato, purtroppo, le si riscontrano quindi su una quantità enorme di prodotti da forno, nella pasta che consumiamo tutti i giorni, e spesso anche in ortaggi freschi da coltivazioni intensive: se a ciò paragoniamo lo 0,5% di Glifosato utilizzato in ambito ferroviario, limitatamente al sedime, ai piazzali di stazione, depositi e scali, ben lontani o in ogni caso ben separati da aree agricole, è evidente l’incidentalità praticamente nulla di questo prodotto chimico, specificatamente nel caso ferroviario, per la salute dell’uomo.
Nonostante ciò, Rete Ferroviaria Italiana sta diventando sempre di più un gestore di infrastruttura ferroviaria europeo “Glifosato-free”, nonostante i costi per rinunciare al diserbo chimico, sostituendolo con quello meccanico, aumentino del 17% circa, come dimostra uno studio interno trasmesso alla Direzione Generale della Mobilità e dei Trasporti della Commissione Europea dall’Union Internationale des Chemins de fer (UIC).
Chiaramente, per chi non conosce le modalità con cui veniva eseguito il diserbo chimico in ambito ferroviario, si chiederà come mai l’eliminazione meccanica di erbe/arbusti infestati costi di più. Ve lo spiegheremo attraverso queste nostre fotografie a dir poco storiche, scattate sulla Ferrovia Jonica tra il 2008 ed il 2010, a Soverato e Roccella Jonica.
Le operazioni di diffusione del diserbante, venivano eseguite attraverso l’utilizzo di un convoglio che all’occhio di un esperto del settore, potrebbe somigliare ad un normalissimo treno merci. La composizione del convoglio, infatti, prevedeva generalmente alcuni carri cisterna (e nel nostro caso erano presenti anche due carri decisamente storici, ex FS, delle serie VZk e derivati), contenenti la soluzione di acqua + glifosato (circa 1,5% di prodotto chimico rispetto all’acqua più eventuali altri prodotti coadiuvanti), un carro speciale dotato di cabina e lance per la diffusione nebulizzata dalla soluzione diserbante, due carri chiusi (di cui uno sempre dell’allora Trenitalia Cargo) per trasporto del prodotto chimico ed altre merci necessarie all’attività. Da notarsi, nelle fotografie, la presenza di uno storico carro Gs ex FS, in livrea gialla: nel 2008, abbiamo fotografato in coda al convoglio diserbante un carro a due assi Gbhs di Trenitalia Cargo, tipologia all’epoca ancora molto diffusa, ma ormai praticamente scomparsa nell’attuale parco di Mercitalia Rail (dove ormai la fanno da padrone solo i carri chiusi a intere pareti scorrevoli), società erede dell’allora Trenitalia Cargo.
A Trenitalia Cargo era anche affidata la trazione dei treni diserbante: sulla Jonica era una delle poche occasioni (dopo la cessazione dei servizi merci ordinari a cavallo tra il 2004 ed il 2006), per ammirare ancora le D345, in alcuni casi in perfetta livrea d’origine, in un panorama all’epoca dominato solo dalle D445 e dalle ALn668.
Lo spargimento della soluzione diserbante veniva eseguito principalmente nei mesi primaverili ed autunnali, ed il convoglio viaggiava ad una velocità massima di 50 km/h. Le lance, in parte, venivano manovrate manualmente da operatori presenti a bordo del carro appositamente attrezzato, specie durante il lento transito in stazioni ferroviarie molto piccole, dove si riusciva a irrorare con un solo transito tutto il piazzale.
Chiaramente, è facile immaginare che, anche solo per trattare tutta la Ferrovia Jonica, da Taranto fino a Reggio Calabria Centrale, fossero necessari circa 3 giorni: erano infatti frequentissime, vista la lentezza del convoglio, lunghe fermate per sosta e/o precedenza ai treni viaggiatori nelle varie stazioni lungo il percorso. Nella fotografia scattata a Roccella Jonica, il convoglio era in sosta fino al giorno successivo, ed era in corso il riempimento dei carri cisterna di acqua. Ovviamente il diserbo chimico avveniva su tutta la rete RFI calabrese, ma anche su quella a scartamento ridotto di Ferrovie della Calabria. In questo caso, specie negli anni più recenti, le composizioni dei treni diserbanti erano di estrema particolarità, poiché il solitamente unico carro pianale a due assi Pcm, caricato con cisterna e impianto di diffusione del prodotto, veniva trainato da una singola automotrice FIAT M4.400/M4c 350, mentre sulla tratta Catanzaro Lido – Catanzaro Città, con tratto a cremagliera da Catanzaro Sala a Catanzaro Pratica, era obbligatorio l’utilizzo di una doppia di automotrici FIAT a cremagliera M4c350, come testimonia il bellissimo scatto fotografico in basso:
Nel caso di Ferrovie della Calabria, i treni diserbante venivano effettuati esclusivamente nei giorni festivi, sia per evitare interferenze con il traffico ordinario (specie su linee ad alto traffico come la Catanzaro Lido – Catanzaro Città), e sia appunto perché erano necessarie per la trazione/spinta del carro, automotrici normalmente utilizzate per i servizi viaggiatori.
Un altro pezzo di storia del trasporto ferroviario, anche calabrese, appartenente quasi al passato, ma forse non del tutto, poiché è in corso di sperimentazione, in Francia, una modalità di diserbo chimico ferroviario maggiormente ecosostenibile. La tecnologia infatti viene in aiuto, attraverso l’utilizzo di telecamere che individuano i punti del sedime maggiormente interessati dalla presenza di vegetazione infestante, diffondendo quindi il prodotto chimico soltanto in quei punti, in proporzione alla quantità di vegetazione presente. In tal modo, l’utilizzo del glifosato crollerebbe addirittura del 40%, in ambito ferroviario, evitando quindi di diffonderlo dove non necessario.
In attesa di conoscere se tale metodologia avrà successo o meno, godiamoci questi scatti ormai storici, lungo la Ferrovia Jonica!