14 giugno 2008: 10 anni fa l’addio alla stazione di Catanzaro Sala

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14 giugno 2008, ore 21.52, stazione FS di Catanzaro Sala. Dopo 109 anni di onorato servizio per la collettività e per almeno quattro generazioni di catanzaresi e non, la mitica stazione a servizio del capoluogo di Regione, inaugurata nel 1899, cessava il suo esercizio. Il Regionale 3789 Lamezia Terme Centrale – Catanzaro Lido, in arrivo a Catanzaro Sala alle ore 21.52, chiudeva con grande tristezza una storia secolare, entrando in stazione fischiando lungamente. Sul marciapiede del primo binario, durante i pochi minuti di sosta del convoglio, composto da due automotrici ALn668 serie 1000, si consumava tra il personale ferroviario di bordo e di stazione, un veloce brindisi. Tra tanti sorrisi, si celava comunque un fondo di tristezza e grande incertezza. All’epoca nessuno diede informazioni chiare sul destino di questa stazione, ed in generale dell’originario tracciato di 17 km tra Catanzaro Lido e Settingiano, passante proprio per Santa Maria di Catanzaro e catanzaro Sala, sostituito dal 15 giugno 2008 dal nuovo percorso via Germaneto, più veloce, più breve di 4 km, più sicuro, ma caratterizzato dalla presenza della nuova stazione di Catanzaro, sita nel più assoluto…nulla. Una stazione che oggi, dopo dieci anni, risulta ancora di difficilissima fruizione e raggiungibilità con i mezzi pubblici, nonostante sia oggi a pochissima distanza dalla Cittadella Regionale e dal Policlinico universitario, oltre a tante altre attività industriali medio/piccole che in questi 10 anni sono sorte nel quartiere di Germaneto. 

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Una vera e propria cattedrale nel deserto, con un destino che la accomuna alla comunque più fortunata stazione di Cosenza Vaglio Lise, nata nel 1987 in seguito alla sbagliatissima (col senno di poi…) dismissione della stazione FS in centro città. In realtà, nel caso di Catanzaro, la scelta che già ben prima del 2008 fece pianificare la dismissione del vecchio tracciato Catanzaro Lido – Settingiano dell’importante trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, fu legate principalmente alle tante criticità presenti sul tratto in questione. In primis le gravi (e praticamente secolari) problematiche strutturali all’interno della Galleria del Sansinato, 1800 metri di tunnel che si imboccava proprio alla radice degli scambi lato Lamezia Terme di Catanzaro Sala, e che sbucavano già quasi nei pressi della vecchia fermata di Caraffa-Sarrottino. 1800 metri di importanti infiltrazioni d’acqua (in pochi sanno infatti che la Galleria del Sansinato ferroviaria sottopassa il torrente Fiumarella!), una sagoma poco adeguata al passaggio di materiale rotabile di moderna concezione, percorso anche tortuoso ed un’altra sconosciuta insidia che racconteremo tra poco. 
Ma il problema non era solo la Galleria del Sansinato: all’uscita della stessa, infatti, si trova ancora oggi, chiaramente abbandonato, un ponte provvisorio costruito sul Fiume Corace nel lontano 1973 dal Genio Ferrovieri, in seguito al parziale crollo di quello in muratura a causa di una incredibile alluvione. E poi la presenza di 11 passaggi a livello, le notevoli pendenze della linea specie in arrivo a Catanzaro Sala, provenendo da Catanzaro Lido, il regime di circolazione ancora in Blocco Elettrico Manuale, estremamente caratteristico ma non completamente al top per quanto riguarda i livelli di sicurezza della circolazione dei treni. Insomma, un insieme di problematiche che, almeno in teoria, hanno reso maggiormente conveniente a livello economico costruire un tracciato ex-novo da tutt’altra parte. 

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Il resto è storia nota: se da una parte, con il nuovo tracciato passante per Germaneto si è ottenuta una tratta ferroviaria con standard tecnologici imparagonabili alla precedente, con gallerie già predisposte per l’elettrificazione, velocità massime nei ranghi A e B molto più alte del vecchio percorso e necessità di interventi urgenti nei mesi invernali quasi nulle, la città di Catanzaro ha pagato a caro prezzo lo spostamento della stazione a servizio del centro storico. Per sopperire a questa irreparabile carenza, nasce infatti circa 10 anni fa l’idea del “Pendolo”, ovvero il sistema ferroviario metropolitano che oltre a potenziare l’attuale linea di Ferrovie della Calabria tra Catanzaro Città e Catanzaro Lido, prevede anche una diramazione tra Dulcino e la nuova stazione FS di Germaneto (i treni FdC termineranno la corsa di fianco al marciapiede del binario 1 RFI), utile proprio a mettere in comunicazione la stazione-cattedrale nel deserto, con il centro di Catanzaro. Passando ovviamente per la Cittadella Regionale, il Policlinico e l’Università, con fermate a servizio di questi importanti poli attrattori. Un progetto che solo oggi si sta concretizzando, con l’avvio dei lavori di costruzione avviati da qualche mese, ed oggi in buono stato di avanzamento. 

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E la stazione di Catanzaro Sala FS, e relativo vecchio tracciato ferroviario? Sfumata definitivamente l’illusione di vederla rinascere (seppur l’utilità di un suo ripristino sarebbero tante, come vedremo), in un balletto durato quasi 10 anni tra RFI che aveva ceduto l’area ferroviaria di Catanzaro Sala al Comune ed il Comune che a quanto pare l’ha restituita, oggi il tutto versa in uno stato di fortissimo degrado. Alcuni anni fa un incendio doloso ha parzialmente distrutto l’ex magazzino merci, mentre i locali all’interno del fabbricato, che erano rimasti fermi a quel 14 giugno 2008, sono stati gravemente vandalizzati. Tutte le porte sono state divelte, al punto che è stato necessario murarne gli accessi per evitare di trasformare questo storico fabbricato in un dormitorio abusivo. La tristezza nel vedere alle pareti i calendari ancora appessi e fermi al giugno 2008, centinaia e centinaia di documentazioni (molte delle quali anche di notevole valore storico), arredi, apparati di controllo della circolazione, in tutti questi anni ci assaliva ogni volta che tornavamo a visitare questo luogo magico, dal quale difficilmente esiste un calabrese che non ci sia passato in treno almeno una volta. L’ufficio movimento, la sala d’attesa, la biglietteria: luoghi vivi, nei quali sono transitati migliaia e migliaia di viaggiatori e centinaia di ferrovieri, oggi sono diventati luogo di abbandono e di degrado. Non citiamo poi il piazzale dei binari, ed il piazzale esterno di stazione, peraltro trasformato nel 2006 in punto di interscambio gomma/ferro, nonostante la certezza (almeno per gli addetti ai lavori) della chiusura di questo impianto. 

Oggi, l’unica prospettiva certa per la stazione di Catanzaro Sala, pare essere quella di un riutilizzo come sede delle Ferrovie della Calabria. L’azienda di trasporto di proprietà della Regione Calabria, infatti, pare sposterà il proprio “quartier generale” di uffici dall’attuale sede di Via Milano all’ex fabbricato di Catanzaro Sala FS. In realtà, con la nascita del Pendolo, Catanzaro Sala dovrebbe tornare ad essere un luogo vivo, seppur non più con l’originaria funzione di collegare il capoluogo con il resto del Paese ed anche con l’estero (fino ai primissimi anni ’90 erano presenti persino dei treni periodici Catanzaro Lido – Stoccarda!). Sicuramente mai quanto ai tempi di attività della stazione di Ferrovie dello Stato, ma certamente meno abbandonato e degradato di oggi. Come anticipato, infatti, i lavori in corso del Pendolo stanno interessando pesantemente la stazione di Catanzaro Sala delle Ferrovie della Calabria, che verrà totalmente riqualificata ed otterrà un nuovo piazzale dei binari. Da questa stazione, oggi servita dai treni Catanzaro Città – Catanzaro Lido e viceversa, transiteranno infatti anche i convogli diretti a Germaneto, una volta completata la nuova bretella che si diramerà da Dulcino, ed avrà inizio il percorso a doppio binario fino alla stazione FdC di Catanzaro Lido, dalla quale peraltro partirà un breve percorso pedonale interno che la collegherà direttamente con il marciapiede del binario 1 della stazione di Catanzaro Lido FS. Il raddoppio del binario a scartamento ridotto di Ferrovie della Calabria, avverrà in parte anche riutilizzando il vecchio sedime dismesso della tratta FS tra Catanzaro Lido e Catanzaro Sala. Nei tratti in cui viene utilizzata questa soluzione, verrà trasformato in pista ciclabile l’attuale sedime FdC da dismettere. Viceversa, nei tratti in cui il raddoppio si manterrà sull’attuale sede ferroviaria di FdC, verrà dismesso definitivamente e trasformato in pista ciclabile il vecchio sedime FS. 
La stazione FS di Catanzaro Sala, quindi, pur venendo finalmente riqualificata e quindi salvaguardata visto l’inestimabile valore storico del fabbricato, avrà esclusivamente una funzione direzionale, appunto con lo spostamento degli uffici di Ferrovie della Calabria. Ancora, invece, non è chiaro il destino dell’ex fascio di binari (anche se indiscrezioni parlano di autostazione, con interscambio gomma/ferro con il Pendolo?), purtroppo parzialmente in via di smantellamento, e dell’ex area merci, che peraltro è in corso di utilizzo per il ricovero dei mezzi da cantiere necessari ai lavori di costruzione del Pendolo. Verrebbe da dire, oltre il danno la beffa: esattamente dopo 10 anni, alla stazione di Catanzaro Sala FS, sono ricomparsi dei mezzi ferroviari. Si tratta di alcune ruspe multiruolo bimodali Colmar dell’Impresa Francesco Ventura di Paola, che si stanno occupando dello smantellamento dei binari nei tratti in cui verrà costruita la pista ciclabile. 
Nessuna notizia pervenuta invece per la Galleria del Sansinato, mantenuta comunque accessibile in quanto sede di un importante serbatoio di acqua potabile della Sorical, e di tutto il tracciato ferroviario dismesso da Catanzaro Sala alla vecchia stazione di Settingiano. 

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Ma prima di passare alle due “sorprese” che abbiamo riservato ai nostri lettori per ricordare in modo un po’ particolare questi tristi 10 anni senza la stazione di Catanzaro Sala, concludiamo con alcune considerazioni. Nelle scorse settimane, ben 22 associazioni coordinate dall’Ing. Claudio Ruga di Catanzaro, hanno nuovamente attirato l’attenzione relativamente alla stazione di Catanzaro Sala, chiedendone a gran voce il ripristino al Comune di Catanzaro ed alla Regione Calabria. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di partecipare con i tre rappresentanti di esse, l’Ing. Ruga, Aldo Ventrici e Fabio Lagonia proprio alla riunione tenutasi presso la Cittadella Regionale con l’Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, Arturo Bova, Presidente della Commissione speciale contro la ‘ndrangheta che da sempre si spende con passione per le tematiche sociali legate alla mobilità e non solo. Presente anche l’Ing. Domenico Angotti, progettista del sistema “Pendolo”. In tale occasione, l’Ing. Ruga ha esposto il progetto condiviso dalle associazioni relativo alla riapertura del vecchio tracciato, inclusivo di una stima di massima dei costi, pari a circa 180 milioni di Euro. E’ chiaro che ad oggi, e sottolineiamo il nostro purtroppo, come confermato dall’Assessore Musmanno, risulta quasi impossibile pensare ad un ripristino del vecchio tracciato FS passante per Catanzaro Sala, in quanto in quasi totale sovrapposizione con il nascente Pendolo, che peraltro sorgerà in molti tratti proprio sull’ex percorso FS dismesso dieci anni fa. Di fatto, ormai, considerando che la linea Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale è quella passante per Germaneto, l’obiettivo che ci si è posti (già 10 anni fa!) è quello di collegare in modo frequente, sicuro, e veloce, il centro di Catanzaro con la stazione FS di Germaneto, dalla quale poi poter proseguire in treno Regionale per Lamezia Terme Centrale e, una volta elettrificata la linea entro il 2022, anche verso il resto d’Italia con il ritorno dei collegamenti diretti tra il versante Jonico calabrese e il centro/nord del Paese. Pur comprendendo chiaramente quale direzione sia stata ormai intrapresa, e condividendola pure (visto e considerato che grazie al Pendolo finalmente l’area di Germaneto diventerà collegata in modo concreto con il centro di Catanzaro), non potevamo però non dire la nostra in sede di riunione. Abbiamo infatti voluto ricordare che la dismissione del vecchio tracciato passante per Catanzaro Sala, ha gravemente danneggiato il versante jonico a sud di Catanzaro Lido, che fino 2008 contava numerose coppie di treni Regionali diretti tra Lamezia Terme Centrale e Soverato/Roccella Jonica/Reggio Calabria Centrale. La costruzione della variante via Germaneto, con diramazione a Catanzaro Lido orientata verso la Jonica Nord, ha di fatto portato ad una graduale eliminazione dei collegamenti diretti Jonica Sud – Lamezia Terme Centrale, in quanto necessario il cambio banco dei convogli a Catanzaro Lido. Solo dopo lunghi sforzi, infatti, l’Associazione Ferrovie in Calabria è riuscita ad ottenere il ripristino di una coppia (e mezza) di Regionali diretti Locri – Lamezia Terme Centrale, in coincidenza con servizi a lunga percorrenza InterCity e Frecciabianca. Di fatto, però, anche a causa del cambio banco a Catanzaro Lido, i tempi di percorrenza di questa relazione non sono più competitivi. Il ripristino per intero del vecchio tracciato Catanzaro Lido – Catanzaro Sala – Settingiano, quindi, avrebbe ridato nuova vitalità ai servizi diretti da/per Lamezia Terme Centrale e provenienti dal soveratese e dalla locride. Il nuovo tracciato via Germaneto, come peraltro oggi accade, sarebbe stato percorso invece dai collegamenti diretti Crotone – Lamezia Terme Centrale, che ovviamente non effettuano cambio banco. In tal modo, con una sorta di servizio “alternato”, da Catanzaro Lido si sarebbe potuto ottenere un treno Locri – Lamezia Terme Centrale via Catanzaro Sala per esempio ad ogni ora pari, ed un collegamento Crotone – Lamezia Terme Centrale via Catanzaro “Germaneto” alle ore dispari. E relativi viceversa. 

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In ogni caso, le porte dalla Regione Calabria non sono state chiuse del tutto: la palla dovrebbe infatti passare a Rete Ferroviaria Italiana che potrebbe effettuare uno studio di fattibilità per valutare costi e benefici di un eventuale ripristino del vecchio tracciato, senza però “pestarsi i piedi” con il nascente Pendolo. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi: per il momento, un plauso va da parte nostra alle 22 volenterose associazioni che hanno comunque riaperto il dibattito sulle tante criticità dei trasporti che insistono nella città di Catanzaro e delle quali troppo spesso se ne parla poco e niente, nonostante si tratti di un argomento molto sentito dai catanzaresi.

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Ed ora, finalmente, avanti con le incredibili scoperte che pubblichiamo per la prima volta su queste pagine! 

La prima, sicuramente più eclatante, si trova all’interno della Galleria del Sansinato. Oltre alla presenza di due interessantissimi pozzi di aerazione, ed oltre alla presenza di un fondamentale serbatoio di acqua potabile gestito dalla Sorical (attivo da oltre 40 anni), la Galleria del Sansinato cela un’incredibile particolarità quasi totalmente ignota anche ai più anziani della rotaia. 
La scoperta è stata compiuta grazie al nostro amico Giuseppe Preianò, catanzarese trapiantato a Bergamo, che da giovanissimo, nei lontani anni dal 1967 al 1969, ha avuto l’opportunità di visitare la Galleria del Sansinato, all’epoca in pieno esercizio, seppur caratterizzata già dalla presenza di numerosi rallentamenti. Ma 50 anni fa, al suo interno, erano visibili cose che ormai da qualche decennio sono state totalmente dimenticate, come le fotografie di Giuseppe testimoniano. A circa 500 metri dall’imbocco lato Catanzaro Sala, infatti, la volta della galleria si allargava in un curioso stanzone. All’interno di esso, tre gradini terminavano in un mini tunnel parallelo ai binari. Da qui si accedeva – e si accede – ad un luogo a dir poco incredibile ed anche un po’ inquietante: una vera e propria galleria ferroviaria abbandonata, lunga stimiamo attorno ai 200/300 metri. Già, una Galleria del Sansinato…raccordata dentro la Galleria del Sansinato. Dalle notizie che 50 anni fa circolavano, pare che si trattasse di un errore di costruzione: effettuata la prima curva a sinistra, una volta lasciata Catanzaro Sala, la squadra prese una direzione sbagliata. Resisi conto dell’errore, tornarono indietro e proseguirono secondo progetto, stavolta correttamente, lasciando ancora accessibili quei 200/300 metri di galleria ormai quasi completata, con volta in mattoni e addirittura nicchie, riempiendola però per circa metà del proprio volume, con il materiale estratto dallo scavo della galleria “ufficiale”. 
In realtà, chi recentemente l’ha visitata, ci ha fatto notare qualcosa di davvero incredibile: la galleria abbandonata non è cieca come si penserebbe, ma in realtà si raccorda alla galleria ufficiale in due punti, e non solo in quello distante circa 500 metri dall’imbocco di Catanzaro Sala. A quanto pare, infatti, tale galleria abbandonata pare essere completa e con percorso rettilineo, mentre quella “ufficiale” segue uno strano percorso curvilineo che tende ad aggirare invece la struttura abbandonata, tornando a raccordarsi ad essa appunto dopo circa un 300 metri. Il punto di raccordo che definiamo “lato Settingiano”, però, non ha alcun accesso alla galleria abbandonata. 
La nostra ipotesi? E’ probabile che lo scavo ufficiale prevedesse esattamente quel percorso, che era corretto e senza alcun errore: trattandosi però, guarda caso, proprio del punto in cui la Galleria del Sansinato sottopassa il Torrente Fiumarella, e considerando che per circa 300 metri sono presenti da sempre copiose infiltrazioni d’acqua e guarda caso proprio in questi 300 metri si trova il punto in cui ha inizio l’acquedotto ex Cassa del Mezzogiorno (oggi gestito dalla Sorical), siamo giunti alla conclusione che durante lo scavo sono state incontrate difficoltà notevoli a causa proprio dell’acqua. Queste difficoltà hanno comunque reso necessario completare rapidamente questo scavo (addirittura all’interno della galleria abbandonata si nota quello che potrebbe essere il punto di abbattimento di un diaframma!), incanalando come possibile l’acqua, e riempiendolo in gran parte con materiale di risulta per rinforzarlo ed evitare possibili cedimenti della costruenda parallela galleria “ufficiale”. Teorie, probabili o realistiche che siano, che comunque dovrebbero farci riflettere: altrove, un luogo come la Galleria del Sansinato, risalente alla fine del 1800 ed a maggior ragione per i suoi “misteri”, dovrebbe essere assolutamente valorizzato a livello culturale e turistico. 

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L’altra sorpresa, invece, riguarda il fabbricato della stazione di Catanzaro Sala, al di sotto del quale si trova una discreta rete di sotterranei che, a quanto pare, durante la II Guerra Mondiale venne utilizzata anche come bunker anti-aereo! All’interno di esso, comunque, si nota la presenza di almeno due porte murate: a dove conducano, non è ancora dato a sapersi. Nel quartiere di Sala c’è chi sostiene addiritura che il sotterraneo non fosse il vero e proprio bunker, ma fosse solo l’accesso ad esso, che si estendeva per un centinaio di metri, in direzione Catanzaro Lido! 

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E non dimentichiamo, chiaramente, i due locomotori ad accumulatori di costruzione TIBB (Tecnomasio Italiano Brown Boveri) risalenti al 1929 ed originariamente appartenenti all’Italcementi, che nel 2012 siamo riusciti a salvare da demolizione certa, in occasione dei lavori di smantellamento del cementificio di Catanzaro Sala. All’epoca, grazie alla grande disponibilità dell’Italcementi e dell’impresa General Demolizioni, le due locomotive di inestimabile valore storico, sono state donate al Comune di Catanzaro. Mai avremmo pensato che ce ne saremmo pentiti: nonostante i nostri appelli e vari tentativi, addirittura con l’AMC alla quale era stato proposto di ricoverare i due rotabili al coperto all’interno dei depositi aziendali, dopo sei anni nulla è cambiato. Le due locomotive sono ancora alla mercè delle intemperie, all’interno ex area Italcementi, in attesa di un destino ignoto che, per ora, lo sta scrivendo soltanto il clima, distruggendole giorno dopo giorno. Noi questo non lo accetteremo mai: vista e considerata la rivalutazione dell’area della stazione FS di Catanzaro Sala, faremo in modo che questi due gioielli di tecnologia ferroviaria di inizio ‘900 vengano monumentati proprio qui, in ricordo di un mondo ferroviario catanzarese che oggi purtroppo non c’è più, assieme alla valorizzazione dei sotterranei della stazione di Catanzaro Sala (capendo dove conducono i due accessi murati) e della Galleria del Sansinato, nei limiti del possibile. 

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E, come ovvio, noi di Associazione Ferrovie in Calabria non potevamo non ricordare a modo nostro l’ultimo passaggio del treno alla stazione di Catanzaro Sala: lo scorso 14 giugno, dalle 21, ci siamo ritrovati sul marciapiede dell’ex primo binario, armati con gruppo elettrogeno, un faretto ed una campanella leopolder. Alle 21.45 ci siamo collegati in diretta facebook sulla nostra pagina ufficiale, ricordando ciò che questa stazione ha rappresentato per la crescita del nostro Capoluogo di Regione, e per la Calabria intera. Alle 21.52, nei momenti in cui il 14 giugno 2008 giungeva il treno per l’ultima volta a Catanzaro Sala, abbiamo fatto squillare la campanella in diretta facebook, provvisoriamente inchiodata alla parete adiacente all’ingresso dell’ex Ufficio Movimento e collegata al nostro gruppo elettrogeno. Minuti di silenzio e di grande emozione mentre la campanella squillava nel buio, che anche se forse non ci riporteranno più indietro la stazione di Catanzaro Sala, così come per sempre la ricorderemo, speriamo siano stati di buon auspicio per la non più rimandabile rinascita del trasporto ferroviario nella città di Catanzaro, seppur in una chiave moderna che ancora oggi poco ci convince, ma che forse realmente rappresenta il futuro. O almeno così si spera…

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Un ringraziamento è d’obbligo all’amico Giuseppe Preianò, per le bellissime fotografie storiche della stazione di Catanzaro Sala e della Galleria del Sansinato, pubblicate sulla nostra pagina facebook.

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Una risposta

  1. Francesco ha detto:

    Ricerca e relazione ottima

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