Una parentesi felice per la nostra linea Jonica, il cui servizio regionale era ormai stabilizzato a buoni livelli di qualità e frequenza, se paragonato a quello odierno, ormai ridotto ai minimi termini.
Sarebbe stato impensabile, quindici anni fa, effettuare un treno Regionale da Reggio Calabria Centrale a Catanzaro Lido, o peggio da Sibari a Reggio Calabria, con un’automotrice ALn668, adatta esclusivamente a percorsi brevi.
Una dotazione di circa 60 carrozze per Medie Distanze a Vestiboli Paracentrali, che con i loro ampi spazi di incarrozzamento e aree viaggiatori a salone, garantivano un eccezionale comfort e rapidità di esercizio con alti flussi di pendolari, permetteva la copertura di gran parte del servizio regionale in tutta la Calabria. In particolare, dalla bozza dei turni lineari ed occorrenza materiale di giugno 2001, rileviamo che sulla Jonica, nei giorni feriali, circolassero ben 7 composizioni con vetture MDVC e relativa pilota, trainate/spinte dalle locomotive diesel D445 di seconda e terza serie “navetta”.
Nello specifico, erano presenti le seguenti composizioni:
– 3 da quattro vetture (3 seconda classe, una mista prima/seconda classe, una pilota);
– 2 da sei vetture (4 seconda classe, una mista prima/seconda classe, una pilota);
– 2 da tre vetture (1 seconda classe, una mista prima/seconda classe, una pilota).
La composizione da sei carrozze venivano utilizzate principalmente sulla tratta Reggio Calabria Centrale – Roccella Jonica e viceversa, dimostrando chiaramente quale fosse la mole di traffico pendolare che si serviva del trasporto ferroviario tra la locride, il reggino jonico e Reggio Calabria.
In particolare, la prima composizione seguiva la seguente turnazione:
-Reg. 12712 Reggio C. C.le (05.15) – Lamezia Terme C.le via Cz Lido (10.05);
-Reg. 12717 Lamezia Terme C.le (11.08) – Reggio C. C.le via Cz Lido (16.25);
-Reg. 3750 Reggio C. C.le (17.15) – Roccella Jonica (19.25).
La seconda composizione invece rimaneva limitata alla tratta Reggio – Roccella e vv, e “girava” ovviamente in stretto collegamento con la prima, in due diverse giornate:
-Reg. 12711 Roccella Jonica (05.03) – Reggio C. C.le (07.42);
-Reg. 12716 Reggio C. C.le (11.57) – Roccella Jonica (14.22);
-Reg. 3747 Roccella Jonica (16.23) – Reggio C. C.le (18.55).
Non meno interessante anche la turnazione (in tre giornate) delle tre composizioni da cinque carrozze.
In particolare, ogni composizione, nella seconda giornata di turno andava ad effettuare i seguenti “virtuosismi”:
-Reg. 3739 Catanzaro Lido (04.38) – Villa San Giovanni (08.22) via Roccella Jonica;
-Reg. 8545 Villa S.G. (08.52) – Reggio C.C.le (09.15);
-Reg. 12718 Reggio C. C.le (13.25) – Brancaleone (14.45);
-Reg. 12719 Brancaleone (16.06) – Reggio C. C.le (17.37);
Un piccolo esempio di come il trasporto su rotaia venisse strutturato per venire incontro alle necessità dell’utenza pendolare (studentesca e lavorativa), e quindi di come si basasse il servizio più per “bacino d’utenza” che per cadenzamento, molto spesso poco utile, in particolare se impostato con basse frequenze…come accade al giorno d’oggi.
Probabilmente un ritorno al passato, seppur con i grandi limiti odierni (finanziari e di materiale rotabile), potrebbe portare una piccola “rinascita” della linea Jonica. Riteniamo sia infatti necessario puntare nuovamente a servire i bacini d’utenza in quelle aree ed in quelle fasce orarie dove necessario, magari anche sacrificando determinati treni che continuano a circolare, magari con scarsa frequentazione, solo per coerenza con uno scarno cadenzamento che ormai non serve più a nessuno. Solo così, probabilmente, si riuscirebbe a recuperare materiale per garantire un maggiore numero di posti a sedere (specie con l’utilizzo di automotrici ALn663 ed ALn668 3100, che permettono la circolazione di tre unità in comando multiplo, senza necessità di doppio macchinista) in quei treni dove l’utenza è letteralmente “fuggita” negli ultimi anni, proprio a causa della riduzione delle composizioni.
Ma sicuramente un ritorno in Calabria di un piccolo contingente di carrozze MDVC con vetture pilota TD, ancora oggi potrebbe rappresentare per la linea Jonica un fattore di rilancio e di modernità, nonostante si tratti di materiale rotabile ormai non recentissimo.
Di certo l’utenza che quotidianamente si sposta su tratte superiori ai 60 km, noterebbe immediatamente il diverso comfort di marcia e di vivibilità interna, rispetto ad una rumorosa automotrice di quasi 40 anni fa: ma nel 2014, come ribadiamo costantemente, i treni ed i servizi non piovono più da quella “mamma Stato” che ormai è stata spremuta fino a renderla anoressica. Le pressioni mediatiche e politiche per richiedere non chissà quale servizio futuristico, ma semplicemente una piccola parte di tutto ciò che era la norma 15 anni fa, vanno indirizzate verso una Regione Calabria che per troppo tempo ha investito esclusivamente (e molto spesso in modo poco chiaro ed insensato) sul trasporto gommato.
Concludiamo il post con una seconda fotografia di Gianni Siclari, sempre scattata a Roccella Jonica: a fare da quinta al gruppetto di personale FS, notiamo una teoria di carri aperti a carrelli di tipo Eaos e similari, oltre ad altri carri merci non ben identificati ancor più a distanza.
Cosa ci facessero lì, rimarrà probabilmente un “mistero”, poichè lo scalo merci di Roccella Jonica, e non di meno tutti quelli della fascia jonica (ad eccezione di Catanzaro Lido, Crotone, Sibari e Siderno fino al 1998), era ormai già stati disabilitati da alcuni anni.
Ricordi di una ferrovia che sapeva ancora stupire ed incuriosire ogni giorno…