Tagli alla ferrovia Jonica: RFI cambia strategia…
…ma in fondo, la sostanza non cambia.
Dopo aver segnalato negli scorsi mesi i tagli alle stazioni già avvenuti (vedi Marina di San Lorenzo, declassata a fermata a luglio 2014), e quelli che potenzialmente sarebbero potuti avvenire entro lo scorso anno, rieccoci a puntare la nostra lente di ingrandimento su un vero e proprio “genocidio infrastrutturale”, che nel silenzio continua a mietere vittime. Ma rinfreschiamo un po’ la memoria, a chi magari non ricorda bene cosa sia il programma di “right sizing” di Rete Ferroviaria Italiana.
Per ridurre i costi di manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria, da alcuni anni RFI sta intervenendo su praticamente tutte le linee ferroviarie italiane di propria giurisdizione, eliminando svariate decine di binari di incrocio, di precenza, di scalo, comunicazioni tra binario pari e dispari (o viceversa) sulle linee a doppio binario, e relativi impianti di segnalamento. Questi tagli, che in parte risultano purtroppo giustificati da un generalizzato calo del traffico ferroviario (e la nostra linea Jonica, purtroppo, è il più triste dei baluardi), portano ovviamente ad una riduzione dei costi di manutenzione di scambi e segnali, eliminati lì dove RFI ritiene che la loro funzione ai fini della circolazione dei treni, sia ormai nulla.
Linea Jonica: dopo un decennio di crollo vertiginoso del numero dei treni circolanti (in gran parte a causa dei continui tagli al servizio locale su rotaia, da parte della Regione Calabria), era prevedibile che la scure di Rete Ferroviaria Italiana si sarebbe abbattuta sulla nostra infrastruttura non più sfruttata al massimo delle proprie potenzialità di traffico.
Sia chiaro, questa non è una giustificazione al pesante ridimensionamento portato avanti da RFI: è solo la cruda descrizione della realtà dei fatti, e del perchè si è arrivati a questo punto.
Ciò che però l’Associazione Ferrovie in Calabria ritene assolutamente inaccettabile, è che il piano di riduzione del numero delle stazioni ferroviarie su una linea a binario unico come la Jonica (la cui circolazione dei treni è condizionata dal numero di stazioni), continui a proseguire in un momento in cui una piccola svolta pare stia arrivando. Non ci riferiamo in modo specifico alla consegna dei nuovi treni diesel ATR 220, come annunciato dalla Regione Calabria (ci crederemo quando li vedremo), ma al proficuo confronto avviato tra l’Associazione Ferrovie in Calabria, l’Associazione Pendolari Jonici e la Divisione Passeggeri Regionale di Trenitalia, per quanto riguarda la rimodulazione degli orari ferroviari sulla tratta jonica tra Reggio Calabria e Sibari.
Un confronto che ha già portato i primi frutti, con la conferma delle modifiche al servizio da noi elaborate, su proposta dell’utenza, e che proseguirà nei prossimi mesi. Ma come farà a proseguire in modo funzionale, se anche una semplice modifica di orario diventerà irrealizzabile, a causa dell’impossibilità di spostare un incrocio tra due treni da una stazione all’altra? Che fine farà la flessibilità e la dinamicità di un servizio ferroviario, se i punti in cui i treni si potranno incrociare o effettuare precedenze, si ridurranno sempre di più?
Se il piano di RFI non si fermerà, sarà impossibile garantire all’utenza un trasporto su rotaia che sia legato agli orari di ingresso ed uscita dalle sedi lavorative e di studio: i pochi treni rimasti circoleranno con orari legati più ad esigenze di circolazione, che a quelle del pendolare.
Già allo stato attuale, gli utenti ci hanno chiesto lumi sui ben dieci minuti di incrocio che quotidianamente avvengono alla stazione di Santa Caterina Jonio, tra il treno 3734 (Reggio C. Centrale – Catanzaro Lido), ed il treno Regionale 12721 Catanzaro Lido – Reggio Calabria Centrale, che ferma quasi dieci minuti in quest’ultima stazione per attendere l’arrivo del treno da Reggio Calabria. Dai calcoli sulla traccia oraria che abbiamo effettuato con software specifici (ma una persona attenta ci arriverebbe anche a mente, facendo due rapidi calcoli), abbiamo notato che in realtà l’incrocio “perfetto” avverrebbe alla successiva stazione di Guardavalle, evitando così la lunga fermata a Santa Caterina.
A questo punto, ci siamo chiesti perchè l’incrocio non avvenisse proprio a Guardavalle…ed ovviamente è sorto il dubbio. Tagliata anche questa stazione?
In occasione di un sopralluogo, abbiamo notato che i nostri timori erano fondati: gli scambi con relativo binario di incrocio (e relativo segnalamento di partenza ancora attivo), sono tutti al loro posto…ma bloccati tramite ganasce fermascambio.
In pratica gli scambi vengono immobilizzati meccanicamente, tramite questo componente che blocca il movimento dei cosiddetti “aghi dello scambio”, struttura mobile azionata elettricamente (ma in alcuni casi anche manualmente) che in base alla posizione, permette di instradare i treni sul binario “di corretto tracciato” o sul “ramo deviato”.
In parole povere, alla stazione di Guardavalle, i treni possono circolare su un solo binario: due convogli marcianti in senso opposto, non possono più incrociarsi in questa stazione: ecco come viene quindi penalizzata la circolazione ferroviaria, con lunghe attese di incrocio nelle poche stazioni rimaste attive, e conseguenti ricadute sui tempi di percorrenza (e quindi sugli orari di arrivo e partenza) dei treni.
Ma non solo Guardavalle: come ci ha segnalato il nostro associato Sergio Grasso, anche le stazioni di Caulonia ed Ardore sono state “fermascambiate”, inibendole agli incroci, e trasformandole di fatto in semplici fermate dove i treni non possono incrociarsi. A seguire, pare che anche la stazione di Bova Marina diverrà una fermata, e quel che ancor di più mette i brividi, è la paventata riduzione della stazione di Roccella Jonica a soli due binari. Attualmente l’importante stazione, capolinea ed origine di vari treni Regionali da/per Catanzaro Lido/Sibari e Reggio Calabria Centrale, ha un piazzale che conta 4 binari di incrocio/precedenza/sosta rotabili, più alcuni binari tronchi di servizio e ricovero convogli.
La riduzione a soli due binari significherebbe, in pratica, che la capienza della stazione si ridurrebbe al lumicino. Giusto per fare un esempio, nel corso della giornata anche a Roccella Jonica diventerebbe impossibile effettuare un incrocio, se uno dei due binari rimasti, sarà occupato da un treno attestato in quest’ultima stazione. Il tutto condito dal rischio che, addirittura, nessun treno possa più “trascorrere” la notte a Roccella Jonica e ripartire al mattino presto, come avviene oggi per i treni 3722 e 12709, quest’ultimo di primaria importanza per l’utenza che dalla locride ha necessità di raggiungere Reggio Calabria entro le 7.35.
L’Associazione Ferrovie in Calabria esprime quindi, ancora una volta, il proprio sdegno nei confronti di un piano di smantellamento di un’infrastruttura ferroviaria, che dovrebbe rappresentare la base della mobilità pubblica sul versante Jonico. Auspichiamo ad una mobilitazione popolare di associazioni, comitati e singoli cittadini, per protestare contro queste politiche assolutamente dannose, e che impediscono qualsiasi sviluppo o semplice ripristino del traffico ferroviario esistente fino a pochi anni fa: allo stesso tempo però spezziamo una lancia a favore di RFI, che forse sta provando a lanciare un segnale che, purtroppo, pochi riescono a cogliere. A differenza di quanto avvenuto negli scorsi mesi, con il totale smantellamento degli scambi e dei segnali della stazione di Marina di San Lorenzo, nelle stazioni di Guardavalle, Caulonia ed Ardore, l’infrastruttura è rimasta inalterata, anche se in “stand-by”. Basterebbe rimuovere le ganasce (ed eseguire le relative procedure burocratiche), per ripristinare la normale funzionalità della stazione ferroviaria. Sicuramente molto più rapido e meno costoso di riposizionare un interno scambio, il segnalamento ed i relativi apparati di sicurezza.
Insomma, un po’ come a dire…”per adesso non andiamo sul pesante, ma qualcuno ci faccia sapere cosa fare della linea Jonica, perchè vi stiamo dando ancora una possibilità”.
Ebbene, questo qualcuno è la Regione Calabria: il nostro appello è diretto quindi al Presidente Mario Oliverio ed all’Assessore ai Trasporti Nino De Gaetano. Mai come ora è necessario concretizzare un rilancio della ferrovia Jonica, con rinnovamento del materiale rotabile, ma prima di ciò, con il ripristino dei treni Regionali soppressi lo scorso anno. Tornare a far circolare i treni, e recuperare l’utenza persa negli ultimi mesi ed anni, è l’unico modo per scongiurare un eccessivo “snellimento” della ferrovia Jonica, che la renderebbe definitivamente anoressica, e la porterebbe in breve tempo ad un’indegna fine, dopo oltre 140 anni di onorato esercizio.
Pubblichiamo di seguito alcune simpatiche ma pungenti considerazioni del nostro associato di Locri Sergio Grasso, che sta seguendo con attenzione e costanza la grave piaga del piano di “right sizing” di RFI sulla linea Jonica: