Fermata di Settimo di Montalto ed elettrificazione Ferrovia Jonica: le dichiarazioni di Rosa Silvana Abate
Mentre dall’Assessorato alle Infrastrutture della Regione Calabria non sembrano provenire “segnali di vita”, relativamente a tutto ciò che riguarda il trasporto su rotaia calabrese, dalle criticità finanziarie di Ferrovie della Calabria, al rispetto del Contratto di Servizio di 15 anni firmato tra Trenitalia e Regione Calabria a fine 2019 (non dimentichiamo che a settembre sarebbe previsto l’arrivo dei primi due treni Pop), all’accelerazione degli interventi di potenziamento infrastrutturale sulla rete RFI calabrese fino all’assenza di partecipazione attiva ai tavoli ministeriali sulla realizzazione di una nuova linea ad Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria, c’è chi continua a portare avanti dettagliatamente e con competenza questioni importantissime lasciate purtroppo in sospeso dagli enti regionali. Ci riferiamo alla Senatrice Rosa Silvana Abate, con la quale abbiamo più volte condiviso importanti battaglie per il rilancio del trasporto su rotaia in Calabria, partendo dalla Ferrovia Jonica: come abbiamo avuto modo di segnalare con un articolo dedicato qualche settimana fa, ad oggi non sembra esserci interesse da parte della Regione Calabria, nella prevista fermata di Settimo di Montalto, necessaria per servire l’area urbana di Cosenza/Rende, oltre alla stessa vicina UNICAL. Si tratterebbe di un impianto molto semplice, una fermata dotata di marciapiede e pensiline, di rapida realizzazione in quanto struttura prefabbricata (già sperimentata e realizzata nel caso della fermata di Bergamo Ospedale), peraltro proposta e promessa all’ex Assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno, dallo stesso Amministratore Delegato di RFI Maurizio Gentile, in occasione dell’attivazione del Frecciargento Sibari – Bolzano, a settembre 2019: proprio questo treno, infatti, avrebbe dovuto effettuare fermata a Settimo di Montalto, al fine di servire agevolmente l’utenza cosentina. Il costo di realizzazione di questa fermata, stimato da RFI, era di circa 800.000 euro, finanziati con fondi POR. Nonostante i “silenzi” della Regione Calabria, siamo comunque a conoscenza che i costi sono lievitati a circa 9 milioni di Euro, nonostante le iniziali rassicurazioni dell’AD di RFI Gentile. A quanto pare, quindi, la Regione Calabria, invece di affrontare il problema e cercare di risolverlo (in primis capendo il perchè di questo enorme aumento di costi), priva un territorio di un’infrastruttura strategica, nonostante la sua semplicità, puntando ad un ripiego improbabile, ovvero la fermata di Torano per il Frecciargento Sibari – Bolzano, immaginando che l’utenza cosentina utilizzi quest’ultimo impianto…nonostante, a questo punto, continui ovviamente ad essere conveniente a livello di tempistica e “coerenza geografica”, raggiungere Paola. Ma in ogni caso, il tempo vedremo se ci darà ragione o meno.
Stesso silenzio e (almeno apparentemente) assoluto disinteresse da parte della Regione Calabria, riguardo l’elettrificazione della Ferrovia Jonica sul tratto Catanzaro Lido – Melito di Porto Salvo, di fatto prevista da RFI, ma non ancora finanziata. Di fatto, l’elettrificazione di questo tratto porterebbe il 100% della rete RFI calabrese sotto tensione, facendo così terminare la lunga era della trazione diesel e soprattutto rendendo l’intera Ferrovia Jonica percorribile da servizi ferroviari a lunga percorrenza, Frecce comprese.
Ricordiamo che l’elettrificazione della Catanzaro Lido – Sibari, attualmente in corso, è stata anch’essa interamente finanziata dalla Regione Calabria, durante il mandato degli assessori Roberto Musmanno e Francesco Russo nella Giunta Oliverio: un obiettivo che nessuno, prima d’ora, era riuscito a raggiungere. Vogliamo solo sperare di non essere tornati indietro di 20 anni, non riuscendo neppure a completare ciò che con impegno e passione era stato avviato: Regione Calabria, se ci sei, batti un colpo!
Di seguito il comunicato stampa dell’On. Rosa Silvana Abate:
“Spero che la Regione ci ripensi e invece che chiedere a Trenitalia l’istituzione di una fermata a Torano Castello inizi a lavorare seriamente alla piattaforma-stazione di Settimo di Montalto Uffugo.
Torno sulla questione perché, avendo promosso e partecipato a tutti gli incontri che hanno portato all’istituzione del Frecciargento Sibari-Bolzano via Roma Termini, conosco bene i dettagli del progetto iniziale.
So bene che la fermata di Torano-Lattarico non vuole ostacolare o cancellare il progetto della realizzazione della piattaforma/nuova stazione a Montalto che dovrebbe fornire il servizio ad una utenza di oltre 300mila persone con più di 60 comuni dell’area urbana di Cosenza, della Presila, del Savuto, della Valle del Crati e dell’Esaro ma al di là che la soluzione Torano-Lattarico sia a costo zero ci sono innumerevoli svantaggi come il tempo di percorrenza da parte degli utenti e la poca fruibilità della stessa di chi usufruisce del servizio pubblico di mobilità urbana.
La notizia dell’istituzione di una fermata del treno Frecciargento anche a Settimo di Montalto era stata data nel corso della conferenza stampa di presentazione del Frecciargento nel settembre dello scorso anno (2019). Il professore Roberto Musmanno, allora Assessore Regionale ai Traporti, comunicò, dopo una interlocuzione con il dottor Maurizio Gentile, Amministratore Delegato di RFI, la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria. Spiegando come, in attesa che questa struttura fosse realizzata, sarebbero state investite altre risorse perché, prima dello scorso Natale (2019), potesse essere approntata una piattaforma per raccogliere la domanda proveniente da tutto il bacino dell’area urbana Cosenza-Rende e dall’Università della Calabria. Le intenzioni erano e restano ottime e quello era il progetto originario basato su ben due studi di fattibilità. Sottolineo, soprattutto, come sia la stazione di Settimo di Montalto ad essere l’unica fermata che nello studio fatto da Trenitalia e Regione era l’unica ad avere potenzialmente i numeri. Spostando di circa 15-20 chilometri la fermata si rischia di invalidare la funzionalità del progetto e, dunque, l’esistenza stessa di questo treno. Perché discostarsi dal progetto iniziale?
Senza voler togliere nulla togliere a Torano-Lattarico auspico che la Regione ci ripensi e invece di chiedere a Trenitalia questa fermata ci dica che fine ha fatto il piano e i relativi soldi stanziati per la piattaforma di Settimo. Non vorrei che la richiesta di istituire la fermata temporanea a Torano-Lattarico fosse una scappatoia per giustificare uno spostamento di fondi.
I numeri di questo treno sono ottimi e scelte sbagliate potrebbero portare, in ultima analisi, anche alla sua dismissione. Ancora una volta queste logiche perverse potrebbero remare contro la fascia jonica e favorire quell’isolamento a cui per decenni è stata costretta, e in parte ancora lo è, da scelte politiche sbagliate per favorire il trasporto su gomma con i bus.
Invito, infine, la Regione a lavorare, oltre che per la suddetta piattaforma di Settimo, a rendersi soggetto attivo, fatto salvo le competenze delle altre istituzioni, affinché venga completata nel più breve tempo possibile anche l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica nel tratto Sibari-Melito Porto Salvo e si impegni per avere sempre nella fascia jonica una adeguata mobilità regionale affinché si inverta quel trend negativo che fino ad ora ha penalizzato questa area così importante e con grandi potenzialità produttive.
Ci sono tanti problemi più importanti a cui pensare piuttosto che andare a mettere mano nelle cose che funzionano ottimamente rischiando, addirittura, di comprometterle.