Foto dal Passato (n°45 – Marzo 2014)
In questo nuovo appuntamento con le “foto dal passato” provenienti dall’archivio di Ferrovie in Calabria, molto probabilmente riusciremo, un po’ più del solito, a suscitare la nostalgia (e forse anche un po’ di rabbia…) degli appassionati di treni e ferrovie calabresi…specialmente quelli più “intenditori”.
Non si tratta questa volta di immagini risalenti a decenni fa, ma torniamo indietro nel tempo a poco più di sette anni fa. Un’epoca tutto sommato vicinissima, ma con differenze rispetto alla triste situazione odierna, pari a quelle che intercorrono tra il giorno e la notte.
La location è la stazione RFI di Catanzaro Lido: iniziamo da alcuni scatti risalenti al mese di agosto del 2006. Durante l’estate di quell’anno, infatti, a causa di un guasto del locomotore da manovra 214 4198 assegnato alla Divisione Trasporto Regionale (anche se, in realtà, la piccola locomotiva veniva utilizzata anche per la manovra di vetture Pax e dei carri merci che, all’epoca già raramente, continuavano ad essere ricevuti dalla divisione Cargo di Catanzaro Lido), venne “riesumato” un minuscolo 216, in particolare l’unità 0037. Questo rotabile si trovava accantonato e parzialmente smontato all’interno del locale Deposito Locomotive, in compagnia dell’unità 0002…entrambe ancora con iscrizioni “DL Fabriano”!
In seguito, in attesa della riparazione del 214, e di un guasto che danneggiò definitivamente il 216, per le ancora frequentissime manovre che interessavano la stazione di Catanzaro Lido, venne addirittura utilizzata la D345 1133 assegnata al carro soccorso: quest’ultima è ancora esistente, ma purtroppo accantonata e demolenda all’interno del deposito catanzarese. Nessuna traccia, invece, dei due 216, ormai dal 2006, dopo il definitivo accantonamento. Probabile la demolizione in loco, o il trasferimento per smantellamento presso altre sedi…
Ma al di là della particolarità storica relativa al ripristino funzionale del locomotore 216 (rotabile la cui costruzione da parte della Antonio Badoni di Lecco, risale al periodo compreso tra il 1965 ed il 1967), che già all’epoca era ormai non più utilizzato nel parco FS di tutta Italia, dalle fotografie noteremo l’intenso movimento di vetture DTR e Pax. Nel 2006, infatti, la quasi totalità dei treni Regionali a percorrenza più lunga sulla Jonica, veniva effettuato con materiale ordinario, ed in particolare con le carrozze UIC-X open space a salone, ai tempi appena ristrutturate. Reggio Calabria Centrale – Catanzaro Lido – Lamezia Terme Centrale, Lamezia Terme Centrale – Crotone, Catanzaro Lido – Crotone – Sibari, in maggioranza erano percorse al minimo da composizioni di due vetture, relegando le ALn668 alle fasce orarie di morbida, o ad i treni nei giorni festivi.
La platea di lavaggio di Catanzaro Lido, perciò, era costantemente affollata di carrozze in attesa di pulizia interna…ed in qualche caso, come vedremo…addirittura esterna!
Ecco alcuni scatti al 216 0037:
Riparato il 214 4198, si torna a quella che in quel periodo era la normalità: tirata di vetture dell’Espresso 908 Catanzaro Lido – Bari Centrale – Torino Porta Nuova, composto da 4 UIC-X di seconda classe con posti a sedere, ed una cuccette C6 della serie 1970. Ad oggi sopravvive soltanto il 214, utilizzato saltuariamente per qualche manovra all’interno del DL di Catanzaro Lido. Addio alle UIC-X tradizionali, ed ovviamente anche al treno notturno Jonico…
Ma ecco quello che pochi, probabilmente, si aspettano: nel 2006 le vetture dei treni notte, a Catanzaro Lido, continuavano ad essere curate anche esteticamente: una carriola con un sopra montata una motopompa a gasolio, unita ad una piccola cisterna piena di acqua e detergente, veniva utilizzata per “insaponare” le vetture dei due treni a lunga percorrenza, in seguito “risciacquate” con acqua corrente e spazzoloni, che terminavano ed originavano la corsa nella stazione del capoluogo calabrese: vale a dire gli Espressi 905/908 “Freccia Adriatica” da/per Torino Porta Nuova, e gli Espressi 953/954 per Roma Termini via Metaponto – Potenza – Battipaglia.
Ricordi che fanno male: dopo anni, in una stazione divenuta degna di un impianto AV, con marciapiedi lunghissimi e rialzati, armamento pesante e nuovo segnalamento, ma terribilmente vuota, continuiamo ad attendere invano il ritorno dei grandi treni che ci univano al resto d’Italia. E pensare che dovremmo addirittura “accontentarci” di un falso InterCity effettuato con una ALn668…