Un secolo di binari tra Soveria Mannelli e Rogliano e la rinascita della ferrovia Cosenza – Catanzaro
Chiudendo gli occhi e con un poco di fantasia forse riusciamo ad immaginarlo quel mercoledì 11 ottobre 1922, quando con gli ordini di servizio numero 14 e numero 15, la Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo (M.C.L) annunciò l’apertura all’esercizio dei tronchi Pedace-San Pietro in Guarano (che nel 1931 arrivò a Camigliatello e nel 1956 a San Giovanni in Fiore) e Rogliano – Soveria Mannelli (che nel 1922 raggiunse Decollatura e nel 1934 fu raccordata a Catanzaro Città e quindi a Catanzaro Marina. In quel giorno di cento anni fa, le stazioni vennero abbellite a festa, gente esultante e bande musicali emozionate aspettarono trepidanti il passaggio delle prime locomotive a vapore con il loro carico di progresso e di civiltà. Nulla sarebbe stato più come prima, perché costruire delle ferrovie nei territori più poveri e abbandonati d’Italia, rappresentò un riscatto culturale e una rivoluzione sociale senza precedenti storici, che ha portato (e ancora continuerà a farlo, ne sono convinto) sviluppo umano ed economico, limitando l’abbandono e l’isolamento. Basti pensare che nelle nostre case arrivò prima il fumo delle locomotive e dopo l’energia elettrica o i servizi igienici in casa! Centinaia di migliaia di persone dal quel momento poterono “agevolmente” spostarsi da un capoluogo all’altro in tempi ragionevoli; bisogna tenere in considerazione che le arterie stradali erano deficitarie e assenti (l’autostrada non esisteva), e le macchine erano prerogativa assoluta delle famiglie abbienti. Tra il 1910 e il 1911 il governo accordò alla M.C.L la concessione a costruire e di manutenere per settant’anni tra la Calabria, la Basilicata, la Puglia e la Campania oltre 1.271 km di linee.
Sfortunatamente i km che videro la luce furono solo la metà di quelli previsti dal legislatore, questo a causa sia della scarsa volontà del Fascismo di continuare a procedere e sia della penuria delle risorse disponibili; pensiamo che la Cosenza Catanzaro fu una delle poche ed essere terminata nella sua interezza… Come sappiamo proprio il tronco intermedio Rogliano – Soveria Mannelli, che festeggia un compleanno così speciale, è sospeso da oltre un decennio a causa di alcune frane.
È passato del tempo ma la riapertura ad oggi, è divenuta un fatto reale, dunque è lecito festeggiare per quello che è stato, ma soprattutto per quello che sarà! In maniera sintetica è opportuno rammentare alla memoria che a gennaio del 2020, sia pur con ritardo rispetto alla tabella di marcia indicata dal piano dei trasporti regionale, sono stati avviati sia i lavori di ammodernamento/riarmo, che comprenderanno tutti i 112,475 km totali della Cosenza-Catanzaro, e sia quelli di mitigazione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza dei costoni nel tronco sospeso.
Tutto questo consentirà di riallacciare in un’unica soluzione di continuità le due città e tutti i paesi dell’entroterra, schiacciati dall’impossibilità di avere collegamenti idonei di altro genere. I sopracitati lavori di ammodernamento/riarmo sono finanziati dalla delibera CIPE n. 54 dell’1 dicembre 2016, per 53,500 milioni di euro, inclusi nell’Asse B Piano Operativo Fondo Sviluppo e Coesione Infrastrutture 2014-2020, per “l’adeguamento, messa in sicurezza e velocizzazione della linea. Il 50%, saranno utilizzati per l’ammodernamento della sede ferroviaria, l’armamento pesante ed il comfort e 25% per gli interventi sulle gallerie, ponti e viadotti e le restanti somme per l’eliminazione di 9 passaggi a livello ed il potenziamento tecnologico”. L’impegno profuso è rilevante e sarà spalmato su 93 gallerie, 43 viadotti, 450 ponti piccoli e grandi! All’interno del progetto sono state individuate 14 tratte, una parte interessate da rinnovi delle rotaie di tipo 50E5 (ex 50 Uni) e traverse monoblocco in cemento armato vibrato precompresso (c.a.p.v). A questi 53 milioni devono essere aggiunti altri 8.439,825 milioni, Piano stralcio PON frane ed erosione costiera, ripartiti in due tranche di 4.207.491,64 e di 4.232.334,32, finalizzati alla messa in sicurezza di ben cinque frane. Come osservabile dalle foto, nel caso dello smottamento al km 43+350 (Scigliano) i tecnici hanno operato un drastico rinforzo del pendio con il metodo di terrazzamento a più livelli, unitamente all’ausilio di muri in cemento armato e di gabbioni, quest’ultimi apprezzabili per il corretto deflusso dell’acqua e per stabilizzare i versanti. Il termine ultimo di conclusione dei lavori è fissato ad agosto del 2024, ma non è da escludere che tutta la linea possa essere riaperta prima. Di questo punto ne riparleremo presto.Il rilancio prevede inoltre altri aspetti su cui è utile soffermarsi. Il primo è un ulteriore stanziamento di 74,86 milioni di euro, “decreto Delrio”, denaro che attrezzerà la linea di un sistema tecnologico di protezione di marcia treno, migliorando i livelli di sicurezza in conformità agli standard europei, consentendo l’incremento della velocità a 70 km/h. Il secondo è che tra la fine di quest’anno e l’inizio del nuovo arriveranno a Cosenza direttamente dalla Svizzera altri nuovi treni Stadler che implementeranno, dopo il rodaggio, il parco macchine. Il terzo è la sperimentazione entro il 2026 dei primi convogli ad idrogeno, ecosostenibili e ad emissione zero. Il quarto è l’inaugurazione del pendolo, che congiungerà lo scartamento ridotto di Ferrovie della Calabria a Germaneto, dove è presente la Cittadella regionale e il Policlinico! I prossimi anni saranno costruttivi e decisivi, un periodo in cui la storia del passato potrà ispirare significativamente proprio quel futuro proteso a camminare di pari passo con i tempi che cambiano e si evolvono.
GIOVANNI PETRONIO