Ferrovia Jonica: Sinistra Ecologia e Libertà lancia interrogazione parlamentare
Riportiamo di seguito l’interrogazione lanciata dai parlamentari di SEL Celeste Costantino e Filiberto Zaratti, relativa al grave stato di degrado della linea Jonica:
COSTANTINO e ZARATTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: la linea ferroviaria fonica è una linea di 472 chilometri a binario unico, non elettrificato nel tratto Sibari-Melito P.S., che collega Taranto a Reggio Calabria attraverso la costa ionica di Puglia, Basilicata e Calabria e servendo una popolazione pari a circa il 50 per cento di quella regionale calabrese; è gestita da RFI (Rete ferroviaria italiana) che la qualifica come «complementare»; RFI è una società del gruppo Ferrovie dello Stato a capitale interamente pubblico e di proprietà del Ministero dell’economia e delle finanze; il diritto alla mobilità è diritto garantito costituzionalmente e dalla Carta dei diritti dell’Unione europea; la linea venne costruita a semplice binario ed è rimasta tale fino ad oggi eccetto i due tratti terminali Taranto-Bivio Metaponto e Reggio Calabria-Melito Porto Salvo; è interamente attrezzata con BCA e SCMT ed è gestita con il sistema di comando centralizzato del traffico; è dotata di importanti collegamenti trasversali tra il versante ionico e quello tirrenico; la linea ionica è anche collegata al porto di Taranto, al porto di Crotone e a quello di Reggio Calabria; tra Reggio Calabria e Melito di Porto Salvo è stato attivato nel 2007 un servizio ferroviario suburbano, che prevede una corsa ogni 30 minuti; la linea è stata oggetto di recenti lavori di potenziamento tecnologico ed infrastrutturale nel primo decennio degli anni 2000 di importo complessivo pari ad almeno euro 12.630.000; altri 80 milioni di euro sono previsti per l’elettrificazione della linea tra Lamezia Terme e Catanzaro Lido; i lavori hanno riguardato, tra le altre, le stazioni di Crotone, di Caulonia, di Gioiosa Jonica, Riace, Ferruzzano; dalla fine del 2011 non vi sono più circolanti treni a lunga percorrenza, eccetto l’Intercity Reggio Calabria-Taranto istituito a giugno 2013 per intervento del Ministero della coesione territoriale e non collegando Bari a Villa S.G. è da subito apparso come collegamento monco rispetto alle esigenze di collegamento interregionale tra la Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia. Inoltre, non vi sono più treni della divisione trasporto regionale effettuati con materiale rotabile diverso da ALN 668; l’assenza di treni a lunga percorrenza e di altro materiale ordinario della DTR è dovuta all’entrata in vigore della normativa ANSF che prevede l’obbligo di circolazione di materiale rotabile con «lateralizzazione» della chiusura porte o della presenza di personale supplementare sui treni circolanti; non è stato finora effettuato l’adeguamento tecnologico dei locomotori D445 unico materiale a trazione diesel atto a circolare sulla linea ferroviaria ionica e con realizzazione risalente alla fine degli anni ’80; il treno Intercity Taranto-Reggio Calabria è effettuato, unico caso in Italia, con materiale ordinario della divisione trasporto regionale trainato da una D445, in molti casi non disponibile e sostituito con automotrice leggera ALN 668 «littorina», materiale non idoneo ad un percorso di 472 chilometri e risalente nel migliore dei casi al 1987; il servizio lungo la linea è da anni oggetto di frequente critica documentata da parte di comitati e associazioni pendolari nonché di numerosi servizi giornalistici in cui è apparso evidente lo stato di degrado del servizio; è frequente l’assenza di armonizzazione e coordinamento tra gli orari dei diversi treni nelle stazioni nodo di rete come Reggio Calabria, Villa S. Giovanni, Catanzaro Lido e Crotone e tra i diversi vettori (treni, pullman, traghetti) nelle stazioni di interscambio; nel giugno 2011 è stata definitivamente isolata dal resto della linea la stazione di Reggio Calabria Marittima, di recente ristrutturazione e teoricamente funzionale al servizio metropolitano Melito P.S.-Villa S. Giovanni-Rosarno e alla prevista nuova stazione di Reggio Calabria Aeroporto poi inaugurata nel febbraio 2013; entro dicembre 2014 secondo programmi di gestione di RFI, una decina di stazioni (ma dovrebbero essere forse il doppio), verranno declassate a «fermate»; tecnicamente, tale declassamento consiste nella soppressione dei binari di precedenza ed incrocio e relativi apparati di segnalamento, che normalmente caratterizzano le stazioni ferroviarie, e che permettono di effettuare manovre dei convogli ferroviari, ed in particolare incroci tra treni marcianti in senso opposto, e precedenze, per esempio tra un treno più veloce che «supera» uno più lento; la riduzione del numero di stazioni, e relativa trasformazione in fermate sulla linea ionica si tradurrà in pesanti ripercussioni sul traffico ferroviario potenziale: si determineranno una riduzione di potenzialità (capacità di transito), allungamento dei tempi di interscambio per gli altri vettori coincidenti, ed un prevedibile allungamento dei tempi di viaggio in ragione delle maggiori distanze interstazione; le stazioni che subiranno il definitivo taglio e che rimarranno a singolo binario, saranno le seguenti: Marina di San Lorenzo (già trasformata in fermata), Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico (già trasformata in fermata), Policoro-Tursi (già trasformata in fermata); la stazione di Crotone è già stata oggetto di riduzione a soli tre binari con soppressione del restante fascio binari esistente; è in atto una politica nazionale di right sizing, di RFI che si prefigura come una ulteriore pericolosa tappa verso lo smantellamento dell’intera linea ionica da Melito a Metaponto –: se il Governo non ritenga di intervenire con urgenza, per quanto di competenza, in relazione ad una situazione di possibile lesione del diritto alla mobilità dei cittadini e di possibile danno derivante dalla vanificazione di investimenti di recente realizzazione dovuta al mancato impiego di risorse correnti e di investimento atte all’adeguato sfruttamento della linea ferroviaria ionica con un livello di servizio di standard europeo e allo smantellamento, già effettuato e previsto, di parte fondamentale della linea che comporterà una sicura impossibilità futura di mantenimento ed innalzamento della qualità del servizio.