Via il distanziamento sociale sul TPL di Emilia Romagna: seguirà il Veneto. E in Calabria?
Da domani torna la disponibilità del 100% dei posti a sedere su treni e autobus del trasporto regionale in Emilia Romagna, mentre il Veneto si appresta a farlo, a seguito delle prime dichiarazioni del Presidente Zaia di qualche giorno fa. Dalle notizie che ci giungono e da quanto si evince dalla delibera di giunta n.120 del 25/06/2020, chiaramente, l’annullamento del “distanziamento sociale” a bordo dei servizi di trasporto pubblico locale emiliano-romagnolo, non significa un ritorno alla normalità pre-Covid. In particolare, sui mezzi pubblici si potrà derogare all’obbligo del distanziamento interpersonale di 1 metro ma restano l’uso della mascherina per tutti i passeggeri e una adeguata igienizzazione delle mani o, in alternativa, l’uso dei guanti, oltre ad alcune ulteriori misure specifiche: dall’informazione adeguata sulle norme igienico-comportamentali da adottare e il divieto di usare i mezzi in presenza di segni/sintomi di infezioni respiratorie acute (es. febbre, tosse, difficoltà respiratoria). E poi entrata e uscita dei mezzi restano separate e va garantito il ricambio dell’aria in modo costante, attraverso gli impianti di condizionamento e mediante l’apertura prolungata delle porte esterne nelle soste, con pulizia a impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo. Va inoltre prevista una pulizia periodica e una disinfezione dei mezzi con particolare riferimento alle superfici toccate più di frequente e ai servizi igienici, come previsto dal protocollo del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.
Insomma, provvedimenti che garantiscono una elevatissimo grado di sicurezza, ovviamente proporzionati ad un momento in cui il Covid-19, grazie anche al distanziamento sociale e al lockdown degli scorsi mesi, batte in ritirata anche nelle Regioni maggiormente interessate dalla diffusione dell’pidemia. E l’Emilia Romagna è stata proprio una di quelle maggiormente colpite, dopo la Lombardia.
Ma del resto, era prevedibile che anche per il trasporto terrestre, si sarebbe giunti a ciò, visto e considerato che già da alcune settimane i voli aerei sono tornati a viaggiare a pieno carico (diversamente, numerose compagnie aeree avrebbero anche rischiato il fallimento). Peraltro, nel caso del trasporto pubblico locale, il fattore di rischio contagio, legato al ritorno della disponibilità del 100% dei posti a sedere, è paragonabile a quello dell’aereo proprio per i tempi di viaggio relativamente minimi rispetto, ad esempio, ad un treno a lunga percorrenza.
E la Calabria? Incredibilmente la Calabria, nonostante sia stata la Regione meno colpita dall’epidemia, e continui per fortuna ad esserlo, non solo continua a mantenere le misure di distanziamento sociale a bordo dei servizi di trasporto pubblico locale, ma gli stessi non sono neanche stati ripristinati al 100%! Nel caso del servizio ferroviario regionale di Trenitalia, l’offerta risulta attualmente ripristinata attorno all’80%, con mancanza di collegamenti fondamentali, anche in ore di punta. Insomma, mentre la vita e le attività lavorative sono tornate pressochè alla normalità, e timidamente inizia anche a ripartire l’economia turistica, treni locali e autobus – ovviamente su indirizzo regionale – continuano a circolare in forma ridotta, per numero di corse e per numero di posti a sedere disponibili.
Emblematico il caso di Ferrovie della Calabria: a bordo dei treni, i posti a sedere occupabili sono solo il 25%, differentemente dal 50% di quelli di Trenitalia! Indubbiamente questa scelta è stata legata alla diversità del materiale rotabile, a scartamento ridotto nel caso di Ferrovie della Calabria, con una sagoma minore e posti a sedere la cui struttura non garantiva la distanza interpersonale di 1 metro anche nel caso dell’occupazione a scacchiera degli stessi. La stessa problematica riguarda anche il trasporto pubblico locale su gomma, di tutti gli operatori calabresi: un bus è ancora occupabile a non più del 25% dei posti a sedere! Idem per i servizi ferroviari turistici, con il Treno della Sila ovviamente impossibilitato a ripartire (e le richieste da parte di gruppi organizzati e singoli continuano a giungere a decine, ogni giorno, alla nostra Associazione ed alle Ferrovie della Calabria), nonostante le vetture siano già state attrezzate con dispenser di igienizzante per mani a bordo treno…ma soprattutto, nonostante si tratti di carrozze storiche tutte dotate di finestrini completamente apribili, così come apribili sono le porte di entrata/uscita anche con treno in corsa (visto che le stesse affacciano sui terrazzini esterni protetti da cancelletti e non al di fuori della carrozza), senza contare i tempi di viaggio minimi sulla tratta Moccone – San Nicola Silvana Mansio.
Sicuramente nel momento di maggiore crisi sanitaria, tutte queste restrizioni non solo erano utili a frenare la diffusione del Covid-19, ma erano necessarie e indiscutibili: ma adesso, probabilmente, non più. A nostro parere, è arrivato il momento di seguire la strada intrapresa dall’Emilia Romagna, e che presto sarà seguita da Veneto ed altre Regioni. Probabilmente la Calabria, vista e considerata la situazione sanitaria decisamente meno preoccupante, e visto e considerato che non esistono casi di treni o bus sovraffollati o comunque mai con un numero di persone elevatissimo come nelle tratte ad alta frequentazione pendolare del centro/nord Italia, ci saremmo aspettati fosse la prima a ripristinare per lo meno l’occupabilità del 100% dei posti a sedere, fermo restando il mantenimento di tutte le altre precauzioni (mascherina obbligatoria, igienizzanti a bordo treno, ricambio aria, contingentamento dei saliti e discesi, sanificazioni), da applicare ovviamente non solo ai treni e bus regionali, ma anche al servizio turistico del Treno della Sila..
Diversamente, rimanendo in questo stato, ne farà le spese la sostenibilità – già di per sè precaria – del sistema di TPL, e soprattutto si crea grave danno all’utenza, costretta a fare la scelta peggiore: l’abbandono del mezzo pubblico in favore dell’auto, con tutte le ben note ricadute ambientali e di incidentalità stradale. Auspichiamo che le istituzioni regionali calabresi prendano al più presto provvedimenti a riguardo, in primis per quanto riguarda il ripristino di tutte le corse ferroviarie e su gomma che ancora risultano sospese.